
Nel 1768, James Cook partì per un lungo viaggio di esplorazioni nel Pacifico. Egli fu il primo ad intuire che la Nuova Olanda fosse un continente e il 28 aprile 1770 sbarcò a Botany Bay, a pochi chilometri dall'odierna Sydney, prendendo possesso di tutta la costa orientale in nome della Corona Britannica e dandogli il nome di Nuovo Galles del Sud. Sulla spinta delle scoperte di Cook, l'Inghilterra iniziò ad avviare i primi progetti per l'Australia.
Intanto un altro inglese Matthew Flinders circumnavigò il Paese nel 1803 dimostrando che la Nuova Olanda non era formata da più isole ma che è una terra unica a sé stante. A Flinders si deve il nome Australia al posto di Nuova Olanda, imposto dagli olandesi ma che veniva ancora impiegato, così come Terra Australis.
Nel 1788 arrivò in Australia il capitano Arthur Phillip nominato da poco governatore della colonia, dotato di poteri quasi assoluti. Giunto a Botany Bay il 9 gennaio, il 26 gennaio (oggi celebrato come l'Australia Day) inaugurò Sydney, in onore di Thomas Townshend, Visconte di Sydney e all'epoca Segretario di Stato britannico. La vita della nuova colonia incontrò molte difficoltà, dovute essenzialmente all'ostilità dell'ambiente naturale nonché della popolazione aborigena che riuscì a bloccare la creazione di fattorie sulle rive del fiume Hawkesbury. La colonia non riusciva a raggiungere l'autosufficienza necessaria e si ritrovò a dipendere per gli approvvigionamenti dalla lontana isola di Norfolk. A ciò si aggiungano le tensioni fra la stessa popolazione inglese, dovuta all'atteggiamento autoritario del capitano Phillip, il quale visti il fallimento della sua politica fu esonerato dai suoi incarichi nel 1792 e ritornò in Inghilterra.
Nel 1788 arrivò in Australia il capitano Arthur Phillip nominato da poco governatore della colonia, dotato di poteri quasi assoluti. Giunto a Botany Bay il 9 gennaio, il 26 gennaio (oggi celebrato come l'Australia Day) inaugurò Sydney, in onore di Thomas Townshend, Visconte di Sydney e all'epoca Segretario di Stato britannico. La vita della nuova colonia incontrò molte difficoltà, dovute essenzialmente all'ostilità dell'ambiente naturale nonché della popolazione aborigena che riuscì a bloccare la creazione di fattorie sulle rive del fiume Hawkesbury. La colonia non riusciva a raggiungere l'autosufficienza necessaria e si ritrovò a dipendere per gli approvvigionamenti dalla lontana isola di Norfolk. A ciò si aggiungano le tensioni fra la stessa popolazione inglese, dovuta all'atteggiamento autoritario del capitano Phillip, il quale visti il fallimento della sua politica fu esonerato dai suoi incarichi nel 1792 e ritornò in Inghilterra.
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